Il Responsabile Tutela Minori: i MOG contro abusi e violenze nello sport

Una nuova preoccupazione per ASD e SSD, un nuovo patema per i dirigenti sempre più alle prese con novità, cambiamenti, nuove regole imposte dalla Riforma dello Sport, dettata dai decreti 36/2021 e 39/2021 con le loro modificazioni ed integrazioni. Parliamo di MOG, di Tutela minori, di codici di condotta contro violenze, molestie, discriminazioni nello sport.

La nuova normativa

Il Decreto Legislativo 39/2021, uno dei decreti della Riforma, all’art. 16 dà inizio ad una attenzione e tutela ai temi di parità di genere, di contrasto alla violenza per ragioni di etnia, religione, disabilità, orientamento sessuale o qualsiasi altra forma di discriminazione nello sport.

La normativa prevede più passaggi, volti ad introdurre in tutto il sistema sportivo un meccanismo di sensibilizzazione all’argomento nonché di strumenti utili a prevenire o difendere dai casi di violenza. Partendo da una delibera CONI, la 255/2023, passando per linee guida federali, arrivando a codici di condotta di ogni ASD/SSD , tutti dovranno nominare dei responsabili alla tutela dalle violenze ed adottare dei regolamenti.

Li chiamiamo “MOG”?

Uno dei motivi di preoccupazione è data dalla denominazione di quanto bisogna attuare, che rende tutto ancora più spaventoso. Diciamo subito che non è corretto definirli “Modelli organizzativi”, che nella Legge italiana trattasi di uno strumento complesso e FACOLTATIVO introdotto dal D.Lgs. 231/2001 nei confronti di società ed enti relativamente alle loro responsabilità amministrative. È più corretto definirli in altro modo, come ad esempio “Policy tutela minori”, oppure “Policy anti discriminazione nello sport”, in quanto rappresentano una parte di questi MOG.

Comunque vogliamo denominarla, ricordiamoci che si parliamo di un insieme di regole ed iniziative che una organizzazione sportiva deve adottare e attuare al fine di:

  1. valorizzare la parità di genere tra uomo e donna nel contesto di lavoro;
  2. tutelare la posizione dei minori;
  3. contrastare ogni forma di violenza di genere e discriminazione per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale.

Si, abbiamo da fare riferimento anche al D.Lgs. 231/2001 in tutto questo passaggio, anche se in maniera parziale e (per fortuna) ridotta.
Va precisato che il M.O.G. completo, come da Decreto 231/2001, è un insieme di protocolli che regolano e definiscono la struttura aziendale e la gestione dei suoi processi sensibili, strutturato per ridurre il rischio di commissione di illeciti penali. L’assenza di MOG, in quanto strumento facoltativo, non comporta alcuna sanzione a priori.

Dal punto di vista di CONI, Federazioni, Enti di promozione

In attuazione di quanto al D.Lgs 39/2021, il CONI e tutti gli enti di organizzazione dello sport (Fsn, Dsa, Eps) hanno emanato una serie di provvedimenti. Prima di tutto abbiamo la delibera 255/2023 della Giunta Nazionale del CONI, con la quale si istituisce un “osservatorio permanente per le politiche di safeguarding”, con il compito di redigere i principi fondamentali e le linee guida generali a cui il settore sportivo deve adeguarsi.

Abbiamo, poi, i “Principi fondamentali per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di abuso, violenza e discriminazione”, emanati dall’Osservatorio, in cui sono racchiuse definizioni, linee guida, requisiti minimi, parametri a cui bisogna conformarsi. Qui troviamo, soprattutto, quelle che sono identificate come “comportamenti lesivi”, cioè quelle azioni che il regolamento vuole evitare e sanzionare.

In seguito, entro il 31 agosto 2023, tutte le federazioni ed enti di promozione, hanno istituito il safeguarding officer, un nuovo organo con compiti di vigilanza e controllo nei confronti degli affiliati. Tra i suoi compiti abbiamo la realizzazione di iniziative per prevenire e contrastare abusi e violenze, la vigilanza sulla nomina, da parte degli affiliati, del “Responsabile contro abusi violenze e discriminazioni”, l’invio all’osservatorio di relazioni semestrali sulle politiche di safeguarding adottate dall’ente di affiliazione, riscontrare eventuali richieste di informazioni o documenti che dovesse ricevere dall’osservatorio.

Immediatamente dopo, Fsn Dsa e Eps, hanno diffuso i loro regolamenti a modelli, chiedendo alle ASD e SSD di adeguarsi entro il 31 agosto 2024.

Cosa devono fare ASD e SSD?

Dopo questo breve riepilogo, veniamo al dunque: i dirigenti di ASD e SSD come si adeguano a questa norma sulla prevenzione di violenze, abusi, discriminazioni?

Apparentemente è drammatico, ma nella realtà bisogna compiere poche cose, ma farle bene:

  1. Adottare un regolamento interno, una “Policy di tutela e prevenzione dei minori”, in quanto la normativa è rivolta in maniera precipua alla salvaguardia dei minorenni;
  2. Nominare, anche tra i propri dirigenti e soci, un “Responsabile per la tutela dei minori”;
  3. Informare i propri soci/tesserati di questa nomina, anche tramite affissione nelle sedi sociali, indicando come contattare questa persona;
  4. Comunicare la nomina del Responsabile al proprio ente affiliante, a pena di mancata accettazione della affiliazione.

Certamente, i punti 2, 3, 4 sono piuttosto semplici nella loro attuazione, mentre la maggior difficoltà nasce nel rispettare il punto 1. Il regolamento interno deve tenere conto di tanti aspetti, prima di tutti nella valutazione e analisi di tutta l’organizzazione della ASD/SSD: si dovrà porre tanta attenzione, ad esempio, alla composizione dello staff istruttori/collaboratori ed alla strutturazione dei luoghi in cui si pratica lo sport, nonché ai metodi di allenamento e pratica della attività sportiva. Non da meno, evidentemente, è la possibilità e modalità di comunicazione, segnalazione, sanzione degli eventi di violenza e discriminazione.

Il responsabile della ASD/SSD deve avere particolari requisiti? No, non abbiamo particolari obblighi sulle competenze e capacità del Responsabile, ovvio che la scelta sarà fatta verso una persona particolarmente adatta e sensibile al tema. Non affideremo questo delicato compito alla strega di Hänsel e Gretel!!

Alcuni capisaldi

Tentando di fornire qualche suggerimento ed aiuto in più, le policy di Asd e Ssd devono tenere conto di una serie di principi ed azioni, tra cui spiccano:

  • lealtà, probità e correttezza;
  • educazione, formazione e svolgimento di una pratica sportiva sana;
  • dignità, uguaglianza, equità, rispetto e, in generale, la promozione di un ambiente sano, sicuro e inclusivo;
  • valorizzazione delle diversità;
  • promozione del pieno sviluppo e del benessere dell’atleta;
  • prevenzione di ogni forma di abuso, violenza e discriminazione.

I regolamenti dovranno indicare, poi:

  • le condotte rilevanti, le tutele e le sanzioni in caso di violazione (inclusa la sospensione cautelare dalle attività sportive);
  • procedure di selezione degli operatori sportivi, per garantire l’idoneità e la competenza a operare nell’ambito di attività giovanili;
  • le verifiche da svolgersi, non solo all’assunzione ma anche in costanza di rapporto, nei confronti degli operatori sportivi;
  • disposizioni in materia di incompatibilità, segregazione delle funzioni e disciplina sui conflitti di interessi;
  • disposizioni che assicurino la riservatezza di ogni documento e/o informazione ricevuta.

Naturalmente, chiunque è chiamato a segnalare violazioni e pericoli al Responsabile nonché attuare comportamenti consoni e adeguati alla difesa da queste azioni negative.

Quali sanzioni?

Il mancato rispetto di quanto stiamo scrivendo, comporta sanzioni da parte degli enti affilianti (Fsn, Dsa, Eps), secondo i loro stessi regolamenti e secondo quanto deciso dal CONI. Non sono previste sanzioni diverse da quelle sportive, ad oggi, se non quelle già previste dalla normativa generale in caso di azioni violenze, azioni lesive, azioni discriminatorie.

Di certo, nelle prossime settimane, consulenti ed enti sportivi dovranno dare supporto alle ASD e SSD al fine di realizzare quanto necessario per rispettare questo importante regolamento. Non possiamo dimenticare degli ultimi (presunti) scandali che sono emersi nel mondo dello sport, soprattutto femminile ed adolescenziale.

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