Climatizzazione nelle aree sportive

Queste giornate di freddo ci stanno ispirando un argomento solo all’apparenza meno importante nella gestione di una ASD. Molti si trovano in difficoltà nella gestione delle temperature nei locali delle sedi operative andando in contrasto con le richieste degli utenti senza sapere di violare la legge. Usciamo dalla fiscalità e analizziamo la situazione!

La ricerca del tepore

E’ normale da parte di tutti noi la ricerca di un “piacere termico” che aumenti il comfort durante le attività quotidiane. Questo parametro, essendo assolutamente dovuto da sensazioni personali, porta spesso a scontri e diatribe. Non tutto il caldo va bene, per quanto possa essere piacevole, perché una temperatura troppo alta porta in contro a:

  • spreco economico;
  • comportamento ambientalmente irresponsabile;
  • violazione della legge.

Temperature troppo alte: costi e inquinamento

Non bisogna credere che un grado in più o in meno sia un dettaglio da poco, anzi, si tratta di una differenza che può incidere sui consumi, sui costi sull’inquinamento:

  • Aumentare la temperatura di un solo grado porta un aggravio di almeno l’8% dei consumi. Non poco, se si pensa che ogni famiglia italiana spende, in media, mille euro all’anno per il riscaldamento.
  • Riducendo la temperatura si riducono anche le emissioni inquinanti.

Cosa prescrive la legge?

Come ogni aspetto dell’amministrazione, anche in questo caso è necessario ed opportuno rifarsi a quanto previsto in materia di climatizzazione dal nostro legislatore.

Il DPR 74/2013 stabilisce che durante il funzionamento dell’impianto di climatizzazione invernale, la media delle temperature nei singoli ambienti riscaldati non debba superare:

  • 18 °C con una tolleranza massima di +2° per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili;
  • 20 °C con una tolleranza massima di +2° per tutti gli altri edifici tra cui le abitazioni.

Lo stesso prevede per il periodo estivo un limite di 26°C con tolleranza fino a 24°C.

Sono valori individuati da esperti internazionali che, studiando il “comfort climatico”

hanno definito gli standard ideali per svolgere le attività di tutti i giorni in pieno benessere e nel rispetto delle esigenze dell’ambiente e dell’economia. Ciò nonostante, non di rado capita che il limite venga violato o si aprano critiche per non voler modificare la temperatura.

Cosa è previsto per lo sport?

Nessuna norma indica chiaramente i parametri per gli spazi utilizzati a fini sportivi. E’ giusto rifarsi alle regole per ambienti di ufficio e residenziali.

Volendoci basare sulla scienza, invece, viene in nostro aiuto uno studio della American College Sports Medicine’s che conferma il 20°C + 2 come valore ideale e massimo, mentre la International Fitness Association rilascia una linea guida così suddivisa (fissando parametri di umidità compresa tra il 40% ed il 60%):

  • Attività cardio, aerobiche, pilates, allenamento con pesi: 18-20°C
  • Yoga: fino a 26°C
  • Attività in acqua: dai 21°C ai 26°C

Riassumendo

  • La legge italiana stabilisce un range di temperature per i locali chiusi compresa tra i 18°C e i 20°C, con una tolleranza fino ai 22°C.
  • Studi e ricerche in ambito sportivo dimostrano temperature ideali tra i 18°C per le attività motorie senza pause ed i 20/22°C se l’attività prevede delle pause.
  • Le attività sportive che richiedono concentrazione, rilassamento oppure acquaticità dovrebbero giungere ad un massimo di 26°C

Poiché ogni Comune è chiamato a diramare ordinanze specifiche, vi suggeriamo di verificare cosa è previsto nel vostro soprattutto per quanto riguarda le date di accensione e spegnimento degli impianti. Non rispettare queste regole, nel tempo, produce sprechi, mancanza di comfort se le temperature fossero eccessivamente basse, possibili sanzioni in caso di controlli anche se questi avvengono molto di rado.

Ti sei preoccupato del ricambio di aria?

Probabilmente, anzi certamente, i locali che utilizzi non hanno un adeguato ricambio di aria: dopo pochi minuti di attività sportiva ci sarà sicuramente scarsità di ossigeno e eccesso di odori molesti. Acquista un estrattore oppure, meglio, un recuperatore di calore! Tutti gli utenti ne gioveranno!

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5 commenti su “Climatizzazione nelle aree sportive”

  1. Nella mia palestra ci sono finestre e porte che danno sull’esterno .
    L’insegnante e una amica che fa aerobica con me finita la lezione aprono le porte per rinfrescare perché hanno caldo.
    Io soffro il freddo e ogni volta devo discutere per non aprire ..
    mi dia un consiglio e mi faccia capire se è giusto aprire quando siamo sudate ..

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  2. Nella palestra che frequento in Lombardia ho chiesto di accendere il riscaldamento nello spogliatoio, soprattutto perché dopo aver sudato non ci si può rivestire senza farsi la doccia. Gli spogliatoi sono sotto terra come fossero cantine e c’è oltre al freddo anche dell’umidità, mi è stato risposto che hanno il divieto di accensione

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    • ci sono alcune regole locali sul calendario e tempi di accensione della climatizzazione (sia in caldo che in freddo). Regole che devono andare in accordo con il buon senso e le necessità di salute.

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  3. Molto interessante, visto che la palestra dove sono iscritta io, trascura la termoregolazione degli ambienti. In questi giorni sono stati accesi i riscaldamenti,come permette il regolamento, e nelle sale corsi e attrezzi sono state raggiunti i 25gradi….strabiliante,manca l’aria e sembra di”schiattare”!

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