ASD controllata ricorre in Cassazione e PERDE! Cosa imparare dall’ordinanza 546 del 2023 (ed altre sentenze)?

Con l’ordinanza n° 546 del 2023 la Cassazione civile sezione 5 chiude un capitolo lungo circa 14 anni, iniziato con una verifica relativa agli anni 2005-2006-2007 nei confronti di un’associazione sportiva dilettantistica della regione Sardegna. Come sarà andata a finire? Leggi l’articolo e troverai anche altre sentenze dello stesso tenore, addirittura per quasi 400mila euro!

La verifica ed il primo ricorso

Ti racconto brevemente e semplicemente gli eventi, alla fine troverai anche un nostro commento.

Probabilmente nell’anno 2009 o 2010 questa associazione sportiva della regione Sardegna, che si occupa di ginnastica e fitness, è stata sottoposta ad una verifica fiscale: gli ispettori hanno accertato che l’associazione ha omesso le dichiarazioni fiscali, la tenuta della contabilità, la tenuta dei libri sociali. Assente anche la prova di convocazione e svolgimento delle assemblee dei soci!

L’associazione viene considerata una società di fatto tra tre dei membri del direttivo! Un bel disastro gestionale… c’è poco da dire!

Naturalmente i dirigenti si sono avvalsi del loro diritto alla difesa, attuando tutto ciò che la normativa italiana concede. La Commissione Tributaria Regionale, dopo le dovute procedure, conferma gli esiti della verifica rigettando l’appello. È stata decisiva la mancanza di prova dello svolgimento in concreto dell’attività associativa, in particolare per il fatto che le assemblee fossero state convocate solo in seconda convocazione e svolte con la presenza dei soli membri del consiglio direttivo.

Da ciò si è concluso che i frequentatori della ASD fossero semplicemente dei clienti. A peggiorare le cose, come se non bastasse, c’è anche la mancanza di verbali del consiglio direttivo!!

Ricorso in Cassazione

Anche il ricorso in Cassazione va a confermare il tutto: non è sufficiente che ci si costituisca come ASD e che si abbia uno statuto conforme, è necessaria l’effettiva applicazione dei principi di democraticità! I dirigenti dell’associazione devono garantire il rapporto associativo. Il non poter provare la pubblicizzazione delle assemblee, la mancata convocazione in prima e seconda convocazione, la partecipazione dei soli membri del direttivo, l’assenza di tanti altri documenti comportano senza opportunità d’appello sanzioni e la trasformazione dell’associazione sportiva in società di fatto, nello specifico in società in nome collettivo irregolare.

Tre dei membri del direttivo, quelli che sono stati definiti soci di fatto dovranno pagare le spese relative ai ricorsi, consulenti avvocati e spese processuali nonché IRPEF e sanzioni derivanti dalla SNC costituita d’ufficio.

Cosa possiamo imparare da questo evento?

Questi avvenimenti possono essere visti in doppia veste: da un lato abbiamo la fatica, il dispiacere, le ansie, la rabbia di essere controllati mentre dall’altro lato abbiamo una interessante opportunità di studio ed apprendimento (soprattutto se non sei tu il controllato!).

Cosa possiamo imparare da questa vicenda? Prima di tutto che ricevere una verifica e poi ricorrere in appello, ha dei costi sia in termini di tempo, che di preoccupazioni, nonché che economici. È bene quindi impegnarsi nel gestire l’associazione nel migliore dei modi al fine di evitare tutto ciò.

In realtà però l’insegnamento migliore è proprio in ciò che gli accertatori volevano trovare e che l’associazione non aveva: libro soci, contabilità composta da ricevute prima nota e rendiconto, verbali del consiglio direttivo, convocazioni e verbali di assemblea dei soci, partecipazione dei soci alle assemblee. Sono tutti passaggi che ricordiamo in tutte le nostre consulenze e abbiamo raccontato in più articoli del blog e video social! Li hai visti? Per esempio qui!

Purtroppo anche in questi giorni abbiamo conosciuto ASD che nonostante si avvalgano di un consulente, non avevano nulla o quasi nulla di questi documenti. Purtroppo ancora oggi ci sono dirigenti di associazione sportiva che si affidano ciecamente e totalmente al loro consulente, senza rendersi conto di quanto rischino!!

Qualcuno invoca clemenza perché le ASD con il loro impegno nella promozione dello Sport fanno qualcosa di Nobile importante per tutti i cittadini, per i bimbi, gli adolescenti, gli anziani. È vero, c’è del socialmente utile nella promozione dello Sport, però ci sono anche delle regole fiscali e tributarie da rispettare collegate ad una serie di vantaggi ed agevolazioni fiscali.

Dopo quattordici anni i dirigenti di questa ASD hanno dovuto pagare avvocati, consulenti, spese processuali, per trovarsi a dover pagare anche sanzioni imposte e tasse aggiuntive. 

Quindi, cari presidenti fate tesoro di questa ordinanza di Cassazione ed impegnatevi nell’avere una documentazione completa. Fatevi trovare pronti ed incalzate il vostro consulente!

AGGIORNAMENTO

Sul tema abbiamo individuato una ulteriore sentenza, con cui una ASD viene sanzionata per euro 375.616,00 oltre interessi, sanzioni, spese processuali, per lo stesso identico motivo! Soci dominanti contro meri tesserati! Vedi qui la SENTENZA DEL 11/11/2022 N. 7292/4 – CORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI SECONDO GRADO DELLA CAMPANIA.

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